"Voglio rifugiarmi sotto il Patto di Varsavia/voglio un piano quinquiennale, la stabilità". E per chi alla Tav preferisce la Transiberiana Torino-Vladivostok

среда, февраля 10, 2010

Arcipelago Gulash

Non mi sembra vero, dopo 3 anni rieccomi a casa. Al mio caro palazzone grigio-Berlino-est in c.so Unione Sovietica. 3 anni passati non sotto il sole delle spiagge del Venezuela a bere il rum più socialista di Chavez o sperso tra il marmo delle stanze del mausoleo di Kim Il Sung a Pyongyang, bensì a rieducarmi con riso&Marx&zanzare in un ridente gulag vista risaia nel soviet di Vercelli.
Già, la mia indole quasi imbolsita di borghesità in ciabatte e plaid aveva bisogno di una sferzata umida di sano spirito pauperistico, nonché di una bella ripassata del Capitale. Troppi slanci atlantisti, troppo individualismo, troppo libero pensiero e poco spirito collettivista hanno indotto i nostri cari amici del CGB (sì CGB, Che Guardi Balengo?) ad “invitarmi caldamente” ad una sana e robusta Cura Rossa nella zona sopra-citata. Come avranno fatto a leggermi nel pensiero, dio ehm… Stalin solo lo sa!
“Quanto dura il soggiorno?” Domanda banale, lo spirito rivoluzionario non si cura di certe cose, per il Bene Collettivo e per il bene del Soviet Subalpino, tutto passa in secondo piano. Infatti, il nostro Grande Padre si prede cura di tutti noi e soprattutto si prende tutto il nostro tempo necessario “… affinché i Compagni Cittadini ritornino con rinnovata lena ad adempiere il grande Sogno Rivoluzionario Socialista quotidiano“.
Così ho passato il tempo con i piedi fra le risaie e un riso bollito e un altro ancora condito con Libretto Rosso di Mao, le zanzare d’estate (“insetto fascista” in quanto approfittatore succhia-sangue rosso, proprio come gli speculatori di Wall Street) e i reumatismi d’inverno: cos’altro potevo desiderare di più? E i Khmer Rossi hanno insegnato eccome, ovvero come far passare il tempo tra le risaie!
Ritornando a noi, sul Torpedone del Popolo, all’avvicinarsi dei rassicuranti cancelli di Mirafiori riemergono i mille ricordi di ciò che avevo lasciato e di ciò che di nuovo avrei incontrato. Poesia majakovskiana turbata dal primo contatto con un Compagno Concittadino ossia col Compagno Portinaio dello Stabile Popolare n. xxx, maleodorante di vodka di patate di pessima qualità transnistriana (nonché, aggiungo io, perennemente in puzza di CGB: chissà se devo a lui il soggiorno nel vercellese?) che mi squadra da cima a fondo e mi fa: “oh buonasera… ritornato dal GULASH…?”
Ora: siccome per una simile leggerezza al gulag ci si finisce davvero e senza assaggiare gulash, il portinaio dapprima sbianca, poi con fare timoroso-amichevole rintuzza: “Ma che dico?! Dimenticavo… la corrispondenza dalla Nord Corea… come vanno le cose lì? Ma forse è stanco, vuole tornare al suo appartamento…”. “Appunto” taglio corto “i compagni nordcoreani perseguono sempre instancabilmente la via del socialismo rivoluzionario senza incertezza alcuna”. “sì sì!! viva la rivoluzione, viva la rivoluzione compagno…” si affretta a ribadire l’impiccione etilista.
Davanti all’ingresso di casa il cumulo delle Pravde del Popolo arretrate, qualche messaggio dei miei e poi eccomi finalmente svaccato sul divano intento a smanettare sui 3 canali della televisione, anzi sui ben 6 canali tv che sono letteralmente “proliferati” dopo l’avvento della Parabola Proletaria Terrestre che ha irraggiato il verbo di Lenin in ogni boita del Soviet Subalpino.
Così, tra un editto del Soviet dell’Acciaio, una replica di una partita di pallone elastico (eh sì, è tornato, miei cari bogia -nen) e un discorso-mantra di evve mosce di ore dieci del Padre della Rivoluzione Socialista Subalpina, il sempre-rosso Compagno Fausto, ho scritto queste righe di “ben ritrovato”, nascondendole, gulag docet, tra un audiolibro di Proudhon e un disco dei CCCP.
E nuove idee incombono, visto che il posto di scribacchino all’Unità dei Lavoratori in Giacca di Velluto me lo hanno preservato: altro che disoccupazione, guardate qua italioti depressi e in recessione!
Tutto questo per ricordarvi che… “la Rivoluzione batte sempre e solo sul Due!” (ossia, sul Canale Due della tv, come ripete ossessivamente un esuberante presentatore figlio-di).

вторник, ноября 14, 2006

Di qua e di là dal muro

E adesso una nota "seria". Lascio temporaneamente, e a malincuore, la Repubblica Socialista Sovietica Subalpina per il mondo reale, perchè sento il bisogno di affrontare un problema; un problema che può riflettersi sull'utilità o meglio sulla necessità di sopravvivenza o meno (cazzo, che paroloni) di questo blog: turbamenti di spirito e amare constatazioni.
La questione è: la stramaledettissima "conversione" di Giovanni Lindo Ferretti. Stramaledettissima (per me, ma non per lui, ovvio) poichè ha aperto la crepa dentro cui è entrata copiosa l'acqua.
Per chi non lo sapesse Giovanni Lindo Ferretti, cantante o cantore come si è auto-ribattezzato ora, è stato leader, carismatico è dir poco, dei CCCP-Fedeli alla linea, prima, dei CSI, poi e dei PGR, ora. Bene, c'è gente che ha conosciuto un "certo mondo", grazie a lui e ai suoi degni compagni, soprattutto sotto la griffe CCCP. Per farla in breve, premettendo che è da parecchio tempo che non seguivo le gesta del Ferretti - in quanto molto poco attirato dai progetti musicali dei PGR - , ieri lunedì 13 novembre il nostro Giovanni Lindo si presenta ospite da Giuliano Ferrara a "Otto e Mezzo", dove, promuovendo un suo libro da poco uscito, racconta della sua nuova esistenza: montagne, cavalli, conversione al cristianesimo, liturgie e canti sacri, dicendo, alla fine, di aver finalmente votato per il centro-destra alle elezioni. Non pago delle rivelazioni, passo poi la sera sul web a documentarmi sul suo ultimo periodo e scopro interviste con Antonio Socci, sue letture su papa Ratzinger, avversione alla ricerca sulle staminali e quant'altro. Sia chiaro, non me ne frega niente delle polemiche che fioccano, per esempio in rete, sul suo aver cambiato bandiera (non sarà nè il primo nè l'ultimo) o di esser diventato un ultra-cattolico-conservatore (e comunque l'aura di monaco mistico l'ha sempre avuta, da tempi non sospetti) o un "vecchio rimba" pieno di sè: questi sono affari/delirii suoi.
Quello che però mi ha colpito sono due cose dette nell'intervista: la prima, quando si è vergognato di aver scritto, più di vent'anni fa, testi come "Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta", e la seconda quando si è sentito come "ritornato a casa" dopo il voto per le destre alle ultime elezioni. Lì, in quei due momenti, mi è parso di intravedere la parola "fine" ed è crollato tutto. E poi così, sbeffeggiato senza
pudore dal duo Ferrara-Armeni (non hanno azzeccato neanche una sua citazione!) trattandolo come un mistico (un po' tocco) pellegrino medievale appena sorpreso sulla via Francigena!
Non contesto infatti l'Uomo-Ferretti (magari lo compatisco, a guardarlo/sentirlo mi sembrava una persona "antica") ma l' Icona-Ferretti, ossia quello che rappresenta(va). Tranquilli, non butterò i cd dei CCCP dalla finestra, come suggeriva un ex-devoto del gruppo in un forum. Almeno per ora.
Comunque, in poco più di un giorno, tra mille pippe mentali, è come svanita la mia idea di filo-sovietismo o meglio quella sorta di affetto verso una certa estetica filo-sovietica che GLF volente o no incarnava, e quindi l'idea stessa di questo medesimo blog. E' come quando gli stessi CCCP, dopo la caduta del muro di Berlino e la morte di Pajetta, si son trasformati in CSI, ammettendo che era anche la loro fine di un'epoca. E così franando l'Icona-Ferretti, per analogia franerebbe pure Dasvidania, che dalle gesta del montagnìn emiliano ha
preso non solo il sottotitolo, ma buonissima parte d'ispirazione.
Magari non ve ne sbatte nulla, però chiedo ugualmente consigli e suggerimenti, magari aprendo un caro, noioso e soprattutto sinistrorso dibattito, a voi, compagni/e del soviet dei lettori: è giusto andare comunque avanti oppure mandare tutto a puttane? Alla fine, come dicono gli Offlaga Disco Pax: "ci hanno davvero preso tutto"?

понедельник, октября 09, 2006

Il Compagno Uranio che soggiorna a Pyongyang

Noi compagni della Repubblica Socialista Sovietica Subalpina ci scostiamo in modo netto dallo sdegnato coro delle Potenze della Reazione, per manifestare pubblicamente tutta la nostra soddisfazione e riconoscimento alla consorella Repubblica Democratica Popolare di Corea per il buon esito del primo esperimento con ordigno atomico: un preciso segnale di risveglio del mai assopito Spirito di Lotta Proletaria che funge da monito alle mortifere forze dell'Oppressione Capitalista: un fungo atomico rosso s'innalza dall'Estemo Oriente a salvaguardia dello spirito d'acciaio che arde nei cuori degli odierni nipoti di Stalin.
Un plauso, infine, alla proposta di manovra economica Finanziaria del governo Prodi: finalmente una magnifica applicazione dei classici dettami dello Statalismo Economico al passo con le nuove esigenze del Socialismo del Terzo Millennio.

вторник, июля 11, 2006

Stella Rossa Beach

C'è una periodo dell'anno in cui le poche certezze che si hanno non bastano più. L'infallibilità della dottrina marxista-leninista, il Piano quinquennale o i lavori per il tunnel della Transiberiana fanno un Baffone all'accaldato proletario subalpino, che ha un unico pensiero per la testa: dove si va in vacanza quest'estate? Già, perchè fin che si era uniti all'Italia le tradizionali mete erano a portata di coda autostradale (Liguria, costa romagnola, meridione...), ma ora che è sorta la nuova cortina di ferro cispadana muoversi è diventato un pochettino difficoltoso (e i Vopos gianduiotti hanno imparato tutto dei vecchi colleghi della Ddr, anche come trattenere amichevolmente gli ignari vacanzieri a suon di kalashnikov e filo spinato).
Il Minculpop subalpino ha ben da sprecare fiato promuovendo i voli "proletarian-cost" verso i paradisi del Socialismo Reale come l'Avana, Pyongyang o Tiraspol in Transnistria, oppure le favolose acque tossiche dei nostri laghi: l'ascella pezzata della working-class nostrana esige solo ed esclusivamente il mare, punto.
Come fare allora? Brilli e brillanti generali dell'Armata Popolare Subalpina propongono l'invasione della costa savonese (nome in codice: "Operazione ombrellone rosso") con la successiva aggressione, a colpi di familiari missili Taepo-Dong, di Mentone e del Principato di Monaco.
C'è chi pensa invece ad un progetto ben più ambizioso e degno dei fasti sovietici-che-furono: è l'Architetto del Popolo, il compagno Rui Frio, che ha lanciato l'idea "Il mare a Torino: se noi non ce l'abbiamo, è lui che viene da noi". Con un articolato studio, accompagnato da accurati calcoli planimetrici e precisi rilevamenti sul campo, ha pensato di far affluire un lembo del mar Ligure all'interno della nostra Repubblica, smantellando intere zone della costa e dell'appenino ligure (cacciando, ovviamente, la popolazione locale) al fin di creare una baia a qualche chilometro dalla periferia della nostra capitale: una colossale opera di ingegneria e tecnica del Genio Rivoluzionario che stupirebbe il mondo intero a colpi di vanga e piccone! Sicuramente un'imponente investimento di fruibilità non certo immediata, ma il solo pensare ad una lunga fila di ombrelloni e sdraio dalle parti di Moncalieri, con la relativa ressa di utilitarie Fiat ai parcheggi, mette già i brividi, alza il pugno sinistro e fa cantare a squarciagola "Bandiera rossa"!
Altro che i corsi dei fiumi deviati lungo la steppa russa: qua tra la Transiberiana Torino-Vladivostok, i giochi Pansovietici e il mare a Torino, la nostra Repubblica Socialista Sovietica Subalpina diverrà la stella (rossa) più lucente dell'intero firmamento socialista planetario. E scusate se è poco.

воскресенье, июля 09, 2006

Taepo-Dong su Cusano Milanino e la controffensiva socialista

Dopo gli ultimi gravi eventi planetari che hanno visto una pacifica e lavoratrice nazione sovrana come quella della Nord Corea, aggredita e vilipesa dalla maggior parte della Comunità Internazionale per un'innocua esercitazione missilistica atta alla propria difesa territoriale, noi tutti fieri compagni della Repubblica Socialista Sovietica Subalpina esprimiamo la nostra solidarietà e completo appoggio ai fratelli nord-coreani e al saggio e Supremo Compagno Kim Jong-Il.
Con ciò, auspichiamo che le prepotenti forze della Reazione Interplanetaria, capitanate degli Stati Uniti d'America e dai corrispettivi sudditi asiatici Giappone e Sud Corea, siano ricondotte alla ragione: se dovesse venir meno questo, la Repubblica Socialista Sovietica Subalpina si impegnerà di fatto a condurre essa stessa una controffensiva nel Cuore Nero dell'Europa, lanciando i propri missili Taepo-Dong con propellente al tartufo e barbera, contro obiettivi strategici siano essi militari o civili.
Che si illuminino le vostre menti come lo sono le nostre, rischiarate dal potente lume del Nuovo Avvenire Socialista.
Viva la Rivoluzione Permanente!

суббота, июня 03, 2006

Il grande Kim

«Le auorità di Pyongyang hanno deciso di impedire l'ingresso nelle università agli studenti fumatori. Il dittatore [??] Kim Jong Il ha smesso nel 2003 e definisce il fumo una delle "tre follie del secolo", assieme al non sapere nulla di musica e computer».

Da: La Stampa (un foglio clandestin-reazionario subalpino), venerdì 2 giugno '06

четверг, мая 11, 2006

Bandiera rossa la trionferà!

Cari compagni internauti, il "soviet di redazione" di Dasvidania Tovarish (e cioè me medesimo) annuncia trionfante il raggiungimento e il successivo superamento di quota "1000" contatti!
Ringraziamo, quindi, sentitamente tutti coloro che, giorno dopo giorno, si adoperano nella Propaganda Culturale Sovietica visitando questo blog: un piccolo, ma rilevante tassello nel quadro dell'epico e plurisecolare scontro che oppone le forze oscure della Reazione alle ferventi leve del Socialismo Internazionalista.
Compagni, ricordatevi: la Rivoluzione è permanente, viva la Rivoluzione!

 
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