"Voglio rifugiarmi sotto il Patto di Varsavia/voglio un piano quinquiennale, la stabilità". E per chi alla Tav preferisce la Transiberiana Torino-Vladivostok

воскресенье, марта 19, 2006

"Communism lives here!": ecco i Giochi Invernali Pansovietici

Uno non fa in tempo a rimettersi dalla depurante dieta (mai aggettivo e sostantivo più azzeccati) nord-coreana e dalla confortevole trasvolata su un Tupolev della "Social-Air" che viene sbattuto e sballottato nel mezzo dell'evento più importante di questo periodo, cioè l'inaugurazione dei nuovi Giochi Invernali Pansovietici. Una Torino frenetica e pervasa di un'ondata di vero socialismo internazionale mi raccoglie dal selciato dell'aeroporto: mi accingo a recuperare il mio fagotto quando vengo travolto dalla delegazione caciarona degli atleti della Transnistria. Già ubriachi di vodka e desiderosi più che mai di oziare beati nell'accogliente albergo-bunker-grigio-rivoluzione-d'ottobre "Vecchia Lubianka" (sorto al posto dell'ex "Principe di Piemonte") i nuovi figli del bolscevismo d'una volta passeranno una notte in albergo per poi spostarsi il giorno seguente nella "Comune Pansovietica", residenza di tutti gli atleti partecipanti ai giochi, e fare poi incetta di medaglie (più o meno legalmente...), come mi spiega il sorridente e semi-sdentato capo delegazione, in puro spirito di dileggio decoubertiano. Ma non sarà facile. Gli addetti ai lavori, infatti, puntano tutto sulla Bielorussia, la vera nazione da battere: i Lukashenko-boys sono una vera corazzata su neve e ghiaccio, poco propensa a lasciare titoli vacanti, menchè meno ai fratelli amici/nemici della Cina, l'altra superpotenza rossa in grado di competere con i bolscevichi della steppa. Ci si aspetta molto anche dai nostri atleti subalpini, gruppo giovane e inesperto ma che sorretto dal calore del pubblico (e da qualche brillante medico ex-Ddr, nonchè da qualche rublo equo e solidale) e dall'ardore rivoluzionario può guadagnarsi il ruolo di mina vagante e realizzare comunque ottime prestazioni. Ai giochi prenderanno pure parte atleti della Corea del Nord, di Cuba, Venezuela, Bolivia (su piste di "neve artificiale" sono tra i favoriti), la già citata Transnistria e le attesissime rappresentanze di nostalgici (che dico nostalgici? veri compagni!) dell'Unione Sovietica, della Ddr e perfino della Jugoslavia titina, col loro seguito di gonfaloni e inni vintage "Guerra Fredda". Si parte domani sera con la cerimonia inaugurale presso il rinnovato Stadio della Rivoluzione Subalpina (100mila posti, tutti a sedere e coperti): presenti i vertici dell'Internazionale Socialista, su tutti il barbudo Fidel Castro e il nostro Soviet Supremo dei Lavoratori (in poltrona) al completo, capitanato dal grande Padre della Rivoluzione, il Compagno Fausto.
Schizzo verso la Casa del Popolo nella speranza di trovare ancora qualche accredito per la cerimonia di apertura, mentre dagli altoparlanti sparsi per la città rimbombano assordanti e ossessive le note di "Bandiera Rossa": ormai "Communism lives here!"

 
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