Di qua e di là dal muro
E adesso una nota "seria". Lascio temporaneamente, e a malincuore, la Repubblica Socialista Sovietica Subalpina per il mondo reale, perchè sento il bisogno di affrontare un problema; un problema che può riflettersi sull'utilità o meglio sulla necessità di sopravvivenza o meno (cazzo, che paroloni) di questo blog: turbamenti di spirito e amare constatazioni.
La questione è: la stramaledettissima "conversione" di Giovanni Lindo Ferretti. Stramaledettissima (per me, ma non per lui, ovvio) poichè ha aperto la crepa dentro cui è entrata copiosa l'acqua.
Per chi non lo sapesse Giovanni Lindo Ferretti, cantante o cantore come si è auto-ribattezzato ora, è stato leader, carismatico è dir poco, dei CCCP-Fedeli alla linea, prima, dei CSI, poi e dei PGR, ora. Bene, c'è gente che ha conosciuto un "certo mondo", grazie a lui e ai suoi degni compagni, soprattutto sotto la griffe CCCP. Per farla in breve, premettendo che è da parecchio tempo che non seguivo le gesta del Ferretti - in quanto molto poco attirato dai progetti musicali dei PGR - , ieri lunedì 13 novembre il nostro Giovanni Lindo si presenta ospite da Giuliano Ferrara a "Otto e Mezzo", dove, promuovendo un suo libro da poco uscito, racconta della sua nuova esistenza: montagne, cavalli, conversione al cristianesimo, liturgie e canti sacri, dicendo, alla fine, di aver finalmente votato per il centro-destra alle elezioni. Non pago delle rivelazioni, passo poi la sera sul web a documentarmi sul suo ultimo periodo e scopro interviste con Antonio Socci, sue letture su papa Ratzinger, avversione alla ricerca sulle staminali e quant'altro. Sia chiaro, non me ne frega niente delle polemiche che fioccano, per esempio in rete, sul suo aver cambiato bandiera (non sarà nè il primo nè l'ultimo) o di esser diventato un ultra-cattolico-conservatore (e comunque l'aura di monaco mistico l'ha sempre avuta, da tempi non sospetti) o un "vecchio rimba" pieno di sè: questi sono affari/delirii suoi.
Quello che però mi ha colpito sono due cose dette nell'intervista: la prima, quando si è vergognato di aver scritto, più di vent'anni fa, testi come "Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta", e la seconda quando si è sentito come "ritornato a casa" dopo il voto per le destre alle ultime elezioni. Lì, in quei due momenti, mi è parso di intravedere la parola "fine" ed è crollato tutto. E poi così, sbeffeggiato senza
pudore dal duo Ferrara-Armeni (non hanno azzeccato neanche una sua citazione!) trattandolo come un mistico (un po' tocco) pellegrino medievale appena sorpreso sulla via Francigena!
pudore dal duo Ferrara-Armeni (non hanno azzeccato neanche una sua citazione!) trattandolo come un mistico (un po' tocco) pellegrino medievale appena sorpreso sulla via Francigena!
Non contesto infatti l'Uomo-Ferretti (magari lo compatisco, a guardarlo/sentirlo mi sembrava una persona "antica") ma l' Icona-Ferretti, ossia quello che rappresenta(va). Tranquilli, non butterò i cd dei CCCP dalla finestra, come suggeriva un ex-devoto del gruppo in un forum. Almeno per ora.
Comunque, in poco più di un giorno, tra mille pippe mentali, è come svanita la mia idea di filo-sovietismo o meglio quella sorta di affetto verso una certa estetica filo-sovietica che GLF volente o no incarnava, e quindi l'idea stessa di questo medesimo blog. E' come quando gli stessi CCCP, dopo la caduta del muro di Berlino e la morte di Pajetta, si son trasformati in CSI, ammettendo che era anche la loro fine di un'epoca. E così franando l'Icona-Ferretti, per analogia franerebbe pure Dasvidania, che dalle gesta del montagnìn emiliano ha
preso non solo il sottotitolo, ma buonissima parte d'ispirazione.
preso non solo il sottotitolo, ma buonissima parte d'ispirazione.
Magari non ve ne sbatte nulla, però chiedo ugualmente consigli e suggerimenti, magari aprendo un caro, noioso e soprattutto sinistrorso dibattito, a voi, compagni/e del soviet dei lettori: è giusto andare comunque avanti oppure mandare tutto a puttane? Alla fine, come dicono gli Offlaga Disco Pax: "ci hanno davvero preso tutto"?