"Voglio rifugiarmi sotto il Patto di Varsavia/voglio un piano quinquiennale, la stabilità". E per chi alla Tav preferisce la Transiberiana Torino-Vladivostok

понедельник, марта 20, 2006

Percentuali bielorusse


Vive congratulazioni al Compagno Presidente Aleksandr Lukashenko, che in Bielorussia ha stravinto le elezioni democratiche con l'82,6% delle preferenze!
La Repubblica Popolare Socialista Sovietica Subalpina tutta, plaude al magnifico risultato elettorale, augurandosi che la comune fratellanza bolscevica possa ulteriormente avvicinare queste due splendide realtà socialiste, baluardi estremi della Rivoluzione Permanente nel cuore della bieca Europa liberista.

воскресенье, марта 19, 2006

"Communism lives here!": ecco i Giochi Invernali Pansovietici

Uno non fa in tempo a rimettersi dalla depurante dieta (mai aggettivo e sostantivo più azzeccati) nord-coreana e dalla confortevole trasvolata su un Tupolev della "Social-Air" che viene sbattuto e sballottato nel mezzo dell'evento più importante di questo periodo, cioè l'inaugurazione dei nuovi Giochi Invernali Pansovietici. Una Torino frenetica e pervasa di un'ondata di vero socialismo internazionale mi raccoglie dal selciato dell'aeroporto: mi accingo a recuperare il mio fagotto quando vengo travolto dalla delegazione caciarona degli atleti della Transnistria. Già ubriachi di vodka e desiderosi più che mai di oziare beati nell'accogliente albergo-bunker-grigio-rivoluzione-d'ottobre "Vecchia Lubianka" (sorto al posto dell'ex "Principe di Piemonte") i nuovi figli del bolscevismo d'una volta passeranno una notte in albergo per poi spostarsi il giorno seguente nella "Comune Pansovietica", residenza di tutti gli atleti partecipanti ai giochi, e fare poi incetta di medaglie (più o meno legalmente...), come mi spiega il sorridente e semi-sdentato capo delegazione, in puro spirito di dileggio decoubertiano. Ma non sarà facile. Gli addetti ai lavori, infatti, puntano tutto sulla Bielorussia, la vera nazione da battere: i Lukashenko-boys sono una vera corazzata su neve e ghiaccio, poco propensa a lasciare titoli vacanti, menchè meno ai fratelli amici/nemici della Cina, l'altra superpotenza rossa in grado di competere con i bolscevichi della steppa. Ci si aspetta molto anche dai nostri atleti subalpini, gruppo giovane e inesperto ma che sorretto dal calore del pubblico (e da qualche brillante medico ex-Ddr, nonchè da qualche rublo equo e solidale) e dall'ardore rivoluzionario può guadagnarsi il ruolo di mina vagante e realizzare comunque ottime prestazioni. Ai giochi prenderanno pure parte atleti della Corea del Nord, di Cuba, Venezuela, Bolivia (su piste di "neve artificiale" sono tra i favoriti), la già citata Transnistria e le attesissime rappresentanze di nostalgici (che dico nostalgici? veri compagni!) dell'Unione Sovietica, della Ddr e perfino della Jugoslavia titina, col loro seguito di gonfaloni e inni vintage "Guerra Fredda". Si parte domani sera con la cerimonia inaugurale presso il rinnovato Stadio della Rivoluzione Subalpina (100mila posti, tutti a sedere e coperti): presenti i vertici dell'Internazionale Socialista, su tutti il barbudo Fidel Castro e il nostro Soviet Supremo dei Lavoratori (in poltrona) al completo, capitanato dal grande Padre della Rivoluzione, il Compagno Fausto.
Schizzo verso la Casa del Popolo nella speranza di trovare ancora qualche accredito per la cerimonia di apertura, mentre dagli altoparlanti sparsi per la città rimbombano assordanti e ossessive le note di "Bandiera Rossa": ormai "Communism lives here!"

суббота, марта 18, 2006

Keynesiani o pro-global? No, piano quinquennale!

Pensavate, o gretti borghesi da strapazzo, che le idee di rivoluzione fossero già morte? Macchè, una salutare "vacanza rieducativa" al bel sole di Pyongyang ha rimesso in sesto il vostro cronista nonchè riempito di inchiostro il suo calamaio per raccontarvi di ciò che accade sub-alpe. Ed infatti recuperata al volo una "Pravda del Popolo", subito mi si para agli occhi una novità, anzi La Novità: il Soviet Supremo dopo mesi di lavoro in sordina e tonificanti drink alla Stalin, ha finalmente redatto e promulgato il Primo Piano Quinquennale. Un monumento di carta di 324 pagine (il primo tomo è in regalo col giornale) che finalmete ci dirà cosa faremo di cinque anni della nostra vita, dopo una tardo-adolescenza passata tra incazzature a progetto e una tranquilla precarietà quotidiana. Che dire: tutto organizzato, tutto previsto, tutto analizzato... ci sono già, perfino, le stime dei risultati del quinto anno! E ti si apre il cuore: le Langhe e il Monferrato diventano monoculture intensive di vite da uva rossa (il vino bianco è stato abolito, lo stappi e sa di Democrazia Cristiana) sul modello della fortunatissima riforma agricola cubana; ritorno alla cara vecchia industria pesante fatta di fonderie, acciaierie e quant'altro; rilancio dell'industria spaziale col lancio del primo satellite marziano "Gianduja Rosso"; riapertura della centrale nucleare di Trino, in barba agli Usa e all'Aiea; riassetto societario e rilancio delle neo-industrie collettivizzate Fiat col modello auto "Grande Trabant" e col carrarmato "Bogia-Nen" (su quest'ultimo si parla di una lunga fila di acquirenti stranieri, capifila gli Stati del Lesotho, Buthan e Nauru). E dulcis in fundo il recupero della nostra amata capitale, Torino. Recupero cioè della sua rassicurante immagine di grigia città industriale dagli ultimi perversi tentativi di farne una metropoli della cultura e del turismo: basta coi flash delle macchine-foto, portatrici in-sane di odioso buonumore capitalistico, ora sotto i portici vogliam vedere solo il luccichìo metallico delle chiavi inglesi! E le facce stanche, ma familiari, degli operai del primo turno.
Chiudo la "Pravda". Che bello, sono di nuovo a casa...

 
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